giovedì 12 novembre 2015

Gli innocenti all'estero


L'SOS scatta alle 17 ora locale: "Aiuto, siamo... non sappiamo dove, la macchina è infilata nel fango, la ruota non gira, aiuto!". Li aspettavamo per mezzogiorno, in effetti, e non erano arrivati. Non posso lasciarli sperduti con la macchina che non funziona, ovviamente, quindi cerco di farmi spiegare dove sono. Non è facile: non hanno navigatore, mi dicono di aver seguito indicazioni che non ho mai sentito in vita mia, la linea - come al solito - è disturbata. Ah, dimenticavo: loro sono inglesi, quindi parlano solo inglese, ma la loro voce mi arriva a tratti e non capisco bene. E poi, già, la cosa più importante: hanno più di 70 anni.
Spiego loro come fare a scrivere un SMS perché mi dicano più comprensibilmente dove sono. Faticosamente, ci riescono. Atterrati a Pisa, noleggiata l'auto, chissà perché hanno pensato bene di  imboccare un sentiero piccolo, fangoso, in salita e isolato da tutto.
Quando arriviamo finalmente in loro soccorso, la prima cosa che vedo è un uomo alto, dinoccolato, infreddolito e senza pantaloni. Con le mutande. Quindi non sta facendo naturismo nei boschi. Più tardi capirò che è svestito perché ha utilizzato i suoi pantaloni per infilarli sotto la ruota dell'auto, nel tentativo di non farla girare a vuoto. Avrei voglia di apostrofarlo con un "Mr Livingstone, I suppose...", ma non so ancora se gradisce il tipico humor inglese oppure no.
Li raccogliamo - è il caso di dire, li guidiamo fino alla Locanda, li ristoriamo con un caffè "very strong, please" e una fetta di torta. Bevono del latte caldo e filano a nanna.
Il giorno dopo, non si muovono dalla Locanda, se non per raggiugnere il supermercato. Il terzo giorno, panico: tornando dal supermercato, hanno dimenticato i fari dell'auto accesi. Quindi, trova il vicino che ha i cavetti per caricare la batteria (benedetti vicini), fai ripartire l'auto.
Quarto giorno. Hanno gironzolato un po', sono baldanzosi. Mi chiedono di prenotare una trattoria, eseguo. Escono vestiti a puntino. Dopo mezz'ora, li vedo tornare mogi mogi e aprirsi una scatoletta di tonno su un tavolo del giardino. Che è successo? Vi hanno trattato male? Era chiuso? No, macché: la trattoria è risultata introvabile (e sì che ci ho mandato centinaia di ospiti...).
Quinto giorno: forano una gomma dell'auto. Temo una crisi isterica, nonostante l'aplomb inglese. Decidono di andare all'autonoleggio e farsi cambiare auto. In effetti, dev'essere colpa del mezzo: sarà difettoso. 
Poi, finalmente, la svolta: adottati da una giovane coppia di olandesi, che li accompagnano dappertutto, gli anziani inglesi finalmente si rilassano e si godono la Toscana.
Culture, età, tradizioni, gusti che si incontrano. Avere una Locanda è bellissimo. E gli inglesi, una volta tornati, mi hanno scritto una splendida lettera, commossi dall'accoglienza e dall'assistenza ricevuta. E anche dalle torte!

giovedì 10 settembre 2015

Cortesie per gli ospiti

"Scusa, posso avere un po' d'acqua fresca?"
"Ci mancherebbe. Vado e te la porto subito." Appoggio la bacinella con i panni da stendere e corro in cucina, apro il frigo, verso l'acqua fresca in una brocca, aggiungo il ghiaccio, prendo i bicchieri, prendo il vassoio, corro fuori. Riprendo la bacinella.
"Ciao! Scusami, posso avere un caffè? Se non ti disturba, eh!"
"Ma per carità. Un attimo e arriva."
L'asciugamano da stendere rimane nella bacinella, la molletta casca dalle mani. Corsa in casa, carico la macchinetta del caffè, la metto sul fuoco, ritorno all'asciugamano, lo appendo, poi di nuovo alla macchinetta. Tazzina, cucchiaino, zucchero, vassoio. Ora è il turno di stendere un accappatoio.
"Buongiorno! Ce ne andiamo al mare! Ma mi puoi spiegare per bene la strada per il Nido dell'Aquila?"
Non posso mica lasciarlo sperduto fra i sentieri della Maremma. Prendo la carta topografica, spiego la strada, auguro buona giornata.
Tardo pomeriggio. Tornati tutti dal mare, accaldati e felici. Docce, relax sui lettini. La serata è fresca, qualcuno si infila nella sauna. Una bevanda ci sta proprio bene. Preparo la tisana, il profumo di fiori si sparge per tutta la veranda.
Il momento della cena si avvicina: piovono richieste di consigli su dove sfamarsi e sono felice di indirizzare i nostri ospiti verso ristoranti dove si mangia bene e si spende poco. Chi preferisce la carne, chi il pesce. Chi fa parte di una coppia mista: lei preferisce la carne e lui il pesce, o viceversa. Chi vuole stare in collina. Chi vuole assolutamente cenare sul mare. Chi non vuole fare troppa strada in macchina. Chi vuole, dopo, andare a ballare. Chi vuole, prima, prendere un aperitivo. Vegani, vegetariani, celiaci, intolleranti: per ogni categoria si cerca di trovare una soluzione.
Mi stresso? No, affatto! Mi diverto. Mi piace coccolarvi.
Poi arriva il congedo da chi parte.
"Siete stati bene? Tutto ok?"
"Sì, certo, grazie, benissimo! Un unico appunto..."
"Ditemi!"
"...La locandiera non è stata molto tempo con noi... Potevi prenderti un po' di tempo per bere qualcosa insieme..."
Vero. Ma sareste rimasti senza caffè, senza tisana, senza consigli per il ristorante, sperduti nelle campagne in cerca della spiaggia... La prossima volta vi prendo in parola!

venerdì 3 luglio 2015

Chiamata d'emergenza

"Buongiorno sono Pino, in che cosa posso aiutarla?", dice con sussiego la voce. 
"Dunque mi si è rotto il frigorifero e..." 
Dal sussiego passiamo allo scherno: "E... avrebbe bisogno di un intervento? D'urgenza? In giornata, magari?"
Sono già alla decima chiamata, e questo signore è il decimo che mi prende a pesci in faccia. Non demordo.
"Sì, ma vede, io abito in campagna... Lontano da tutti i servizi... Ho due bambine... Mi sta andando a male tutto, con questo caldo: il latte, il burro, la ricotta, lo yogurt..."
La voce diventa comprensiva. "Mi rendo conto, signora, è estate, fa caldo. Ma noi il primo intervento possibile ce l'abbiamo... Dunque... Mi faccia controllare. Ecco, tra venti giorni. Le va bene alle 8 del mattino? Mi dia l'indirizzo."
"E io come faccio per i prossimi venti giorni?" Decido di giocare la carta della collega imprenditrice. "Vede, ho un bed and breakfast, non è solo per uso familiare, il frigorifero..."
"Mi dispiace, ma lo sa quanti ristoranti stanno aspettando? Con il pesce nel surgelatore? Al massimo posso anticipare di un paio di giorni, non di più." Pino assume un tono autorevole e severo. Sembra accusarmi di concorrenza sleale con i colleghi che hanno, anche loro, guai con il frigorifero. Chi sono io per avere la precedenza?
"Va bene, grazie, ci penserò."
Mi rimane poco tempo per salvare le provviste. Ok, cambio tattica.
"Buongiorno, mi scusi, ho il frigo rotto e...": prima che Pino, o Dino, o Mino mi possa interrompere, continuo: "...siccome ho il giardino pieno di persone nude che prendono il sole e aspettano una bevanda fresca... Sa, a stare completamente nudi sotto il sole viene caldo, si suda..."
Mino (o Dino), sbalordito: "...?? Cioè, mi faccia capire, lei tiene in giardino persone nude?"
"Per forza, questo è un albergo naturista. Che vuol dire nudista."
"Quindi vengono da lei e..."
"E si spogliano. Completamente."
"Del tutto..." 
Pino sembra sudare. Lo sento anche dal telefono. Con intonazione drammatica concludo: "Esatto. Sono qui, tutti nudi sdraiati al sole, e io non ho nemmeno un the freddo da offrirgli, capisce?"
L'appuntamento è tra mezz'ora. Scommetto che Pino, Dino e Mino stanno litigando per chi lo dovrà effettuare. Non sanno che, da dove è posizionato il frigorifero, non vedranno neanche un dito indice degli ignari ospiti...

domenica 21 giugno 2015

Il mattino ha l'oro in bocca

"...e la colazione viene servita in giardino, dalle 8,30 in poi."
"Dalle OTTO E MEZZA? Un po' tardi, mi pare..."
"Sì, è vero, se vuole ci attrezziamo per farle fare colazione prima, come desidera. Però di solito qui si dorme bene, quindi..."
"No no, che dormire, va benissimo alle 7,30, grazie. Io mi alzo sempre prestissimo."
L'affermazione suona come un vanto. E va bene, sveglia alle sei anche oggi. Alle 7,30 tutto è pronto. Non si vede nessuno.
Sorrido. Eccone un altro, penso. 
Verso le nove, l'ospite mattiniero arriva, l'aria beata, lo sguardo intorpidito. "Buongiorno!", esclama gioviale.
"Buongiorno", rispondo educatamente, senza dirgli che è da un'ora e mezza che lo aspetto. "Dormito bene?"
"Meravigliosamente! Erano anni che non dormivo così! Il fresco senza bisogno del condizionatore, e poi il silenzio, e poi il materasso fantastico, e poi... Non so, il relax, le coccole..."
Potrei dire "Gliel'avevo detto, io!", ma naturalmente non lo dico. Missione compiuta: la Locanda non perdona. Qui gli insonni ronfano, i mattinieri si crogiolano tra le lenzuola, i nottambuli si abbandonano, gli incubi non arrivano. I pensieri si sciolgono. E sarà perché le stelle brillano, le lucciole splendono, la televisione è assente, chissà. (Qualche volta, però, fate dormire un po' di più anche la locandiera...)




sabato 4 aprile 2015

Ad alta voce

Per poco non ci spiaccichiamo sul guard-rail. Non pensavo di rischiare la vita, quando l'ho detto al collega con il quale dividiamo la benzina per andare al lavoro. Forse sono stata un po' brusca, lo so. E so pure che cosa gli sta passando per la testa adesso.
Dunque, il collega ha sbandato. Poi si è rimesso - letteralmente - in carreggiata. Poi ha detto: "Ah!".
Il silenzio non doveva durare troppo. Rischiava di diventare imbarazzante. 
Il collega ha balbettato qualcosa. Non aveva più voce. Poi si è fatto paonazzo, ha dato un colpo di tosse: "Uh, certo, figurati, no, è normale, normalissimo. Qui in Italia siamo un po' arretrati, ma all'estero..."
"Eh già", ho laconicamente commentato. Il collega ha preso il coraggio a quattro mani. 
"No scusa, ma... tuo... tuo...marito che cosa ne pensa?"
"Niente, ne pensa, condivide anche lui."
"Cioè, anche lui gira nudo?"
"Anche lui è un nudista-naturista. Non è che gira nudo quando va al lavoro o a fare la spesa."
Altre domande di rito: non ti imbarazza, ma chi viene alla tua Locanda, ma ti è mai capitato che... Commenti di rito: io non potrei mai, la mia compagna mi spellerebbe vivo, poi a pensarci bene non è che mi andrebbe tanto se qualcuno la guardasse nuda...
Sguardo di sbieco. Per fortuna senza rischio di sbandare, questa volta. L'occhio è più sicuro, però è maliziosamente scintillante. "Ma... quindi in estate stai sempre tutta nuda?". Nuovo chiarimento, eccetera.
Però, il giorno dopo, alle sette del mattino al solito incrocio, non è che il collega non mi abbia dato il passaggio. Non mi ha coperto di insulti, non mi ha preso in giro. Se ha pensato alla nostra conversazione del giorno prima, non l'ha dato a vedere. E, con il passare dei giorni, riprendendo l'argomento di tanto in tanto (molto raramente), è diventata una cosa normale
Io il dilemma "Lo dico o non lo dico?" l'ho risolto sempre con "Lo dico". Che leggerezza, che liberazione. Basta farci l'abitudine, al fatto di dirlo. Basta farci l'abitudine, al coraggio di mostrarci come siamo. 

lunedì 23 febbraio 2015

L'attesa

E tutti se ne sono andati. E io sono rimasta sola. E... lo confesso: non mi dispiace, almeno per un po'. Mi aggiro per le camere vuote: qui va rimesso a posto un chiodo, lì forse cambio una mensola, accidenti qui ci sono pochissimi attaccapanni, non me n'ero accorta...
Finiti i doveri, gli strani piaceri della solitudine. La sauna da sola: quando finisco, la uso per asciugare il bucato (efficacissima, lo garantisco). Le docce della zona relax: bagno con spruzzi con le bambine, evviva! Ispezione nel giardino: quante cose da fare, pensiamoci un po' alla volta altrimenti mi sembra una missione impossibile.
Il silenzio è ancora più profondo. La zona relax si presta al letargo, vicino alla stufa accesa e con le stelle sulla testa.
Poi, improvvisamente, un regalo. Una giornata tiepida, con un sole coraggioso che riscalda la serra. Fuori tutto brilla. La Corsica orgogliosa mostra le sue vette innevate. Le foglie dell'alloro sono più lucide che mai.
Evviva! Ecco perché adoro questo posto, perché mi rende felice. Però, però... manca qualcosa. 
Forse chi non mi conosce bene non ci crederà mai, ma non è per guadagnarci che ho avviato il b&b. La cosa più bella di questa attività è vedere l'umanità che passa in casa tua: conoscere nuove persone, fare nuove amicizie. Invece che gironzolare tu per il mondo, è il mondo che viene da te. E io sono sempre stata curiosa. 
Quindi, che cosa manca? Gli ospiti con i quali condividere tutta questa bellezza. Ma tra poco arriveranno: aspetto con ansia il mondo, a sua volta (spero) curioso di conoscermi.