Giovani, sono giovani. Uno si aspetterebbe che siano svegli. Sono italiani, ma ritornano da un viaggio a Vienna, quindi si immagina che se la sappiano cavare, più o meno, negli accidenti della vita.
"Aiuto, aiuto! Il cancello si è rotto! Non riusciamo a uscire, siamo bloccati dentro, aiuto per favore!"
Il dolce visino di lei mentre picchia alla mia porta è stravolto dal terrore. Sto preparando la torta al cioccolato, ma lascio tutto e mi precipito.
"Che cosa è successo?"
"Il cancello è bloccato, non riusciamo ad aprirlo!"
"Mah, vi ho aperto nemmeno mezz'ora fa, quando siete arrivati, e funzionava perfettamente."
Mi si rizzano i capelli sulla testa al pensiero di essere accusata di sequestro di persona: mi vedo già alla sbarra degli imputati, mentre imploro "Vostro onore, glielo giuro, non l'ho fatto apposta, si è rotto il cancello, almeno non mi dia l'aggravante della premeditazione..."
Giungo al cancello e vedo la giovanissima viaggiatrice che lo scuote con grande energia, spingendolo verso l'esterno. Mi tranquillizzo, e la tranquillizzo:
"No, guarda, per aprirlo devi tirare. Verso di te. Così."
Il cancello si apre senza difficoltà.
La coppietta va al mare.
Due ore dopo, la torta è ormai prontissima, quindi sto preparando la crema: che, come tutti sanno, va girata senza interruzione fino a che non rapprende.
Suona il campanello.
"Aiuto, siamo chiusi fuori! Il cancello è di nuovo rotto, non si apre!"
Alla luce dei precedenti, non mi scompongo più di tanto, ma mi chiedo che cosa sia potuto accadere. La crema sul fuoco protesta vivamente. Ma non posso lasciare due ospiti fuori della Locanda, ovviamente.
Arrivo di corsa. Lui e lei sono acchiappati alle sbarre del cancello e le tirano, con notevole energia, verso di loro.
"Eccomi... No, guardate, quando siete fuori, per entrare, dovete spingere. Spingete. Lontano da voi, così."
Il cancello, benché piuttosto vecchio, si apre docilmente. Ma i due vogliono vederci chiaro.
"Scusa - mi fa lui con aria seccata - però eri stata tu, prima, a dirci che per aprire il cancello dovevamo tirare. Vero amore? Non ha detto proprio così? Ha detto 'Tirate verso di voi'."
La prima reazione è quella di dire: "Stai scherzando, spero". Ma per fortuna aspetto un attimo. Li guardo. Sono sinceri, quasi impauriti dalla terribile esperienza che hanno passato, nonché convinti che io li abbia voluti ingannare.
"Dunque, avete ragione, mi sono proprio spiegata male. Dovete scusarmi. Sapete, sono così distratta... Ecco, le istruzioni precise sono queste: per aprire il cancello quando siete DENTRO, dovete tirarlo verso di voi. Per aprire il cancello quando siete fuori, dovete spingere. Scusatemi ancora."
"Ah, ecco, volevo dire, non eravamo noi ad avere capito male..." Si scambiano uno sguardo complice, come chi dice "L'abbiamo colta in fallo, questa qui."
Baldanzosa, lei chiede: "E per chiuderlo, come si fa?"
"Allora, per chiuderlo dovete..." Mi fermo. Non ce la faranno mai.
"Niente. Non dovete fare niente. Lasciatelo aperto, per favore."