domenica 18 maggio 2014

Capalbio, 17 maggio

Potevo mancare al primo festival naturista d'Italia? No di certo. Eccomi a Capalbio, in un insediamento turistico dove è stata ricavata, per l'occasione, una zona naturista.
Che confusione. Appesi ovunque, cartelli per lo più manoscritti propongono le attività più impensate. Massaggi, body painting, danza bio-qualcosa, ricerca del proprio karma (meno male, non quello di un altro...). Un programma fittissimo. E completamente disatteso. Gli orari non vengono rispettati, alcuni eventi sono annullati, altri, non previsti, sono organizzati li' per li'.
Perché allora tutti hanno questo sorriso un po' stordito sul volto? Perché nessuno protesta per la disorganizzazione?
Forse perché nella vita "normale" siamo fin troppo organizzati. E allora, anche abbandonarsi al caso, seguire i ritmi del sole invece di quelli del programma, chiacchierare con chi ci pare quanto ci pare, lasciarsi affascinare da qualche disciplina esotica, diventano tutte libertà preziose.
Forse naturismo e' anche questo. Comunque, io al Festival mi ci sono trovata proprio bene.

2 commenti:

  1. come diceva Pirandello: è dal Kaos che nascono le migliori ispirazioni..

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  2. No non ho partecipato perchè non voglio sentirmi vincolato dall'obbligo di fare una tessera senza la quale non avrei potuto partecipare, non voglio sentirmi schedato, voglio sentirmi libero come libero è il mio pensiero, come libero è il mio modo di essere naturale e libero di sentirmi tutt'uno con il vento,il sole, la terra, l'acqua. Non è una tessera che fà di me un naturista, non è una schedatura che parla di me come una persona sicuramente corretta, anzi il dover fare una tessera per essere naturista e che se non l'ho mi esclude a priori da eventi, mi umilia e offende

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